Alluvione in Emilia, colpa delle tane scavate dalle nutrie?

Esondazione e alluvione in Emilia Romagna e il problema delle nutrie

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Nutrie ed esondazioni di argini: esistono delle correlazioni?

"Gli argini un groviera a causa delle nutrie. Ora basta difenderle"

Incuria del territorio, e mancanza di un piano di controllo per la bonifica delle nutrie, hanno avuto un ruolo fondamentale nella recente alluvione in emilia romagna.
I sindaci della Romagna e il senatore Lisei contro gli "ambientalisti da salotto": alberi non rimossi e tane dei roditori lungo i fiumi hanno contribuito al disastro alluvione.
Marco Lisei, senatore di Fdi di Bologna, accantona i mocassini per infilarsi gli stivali. E assieme al vice ministro delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, gira per le campagne romagnole allagate. In tandem postano video, aiutano i sindaci, raccolgono le grida disperate degli abitanti e la parola più ripetuta è «disastro». E per Lisei, bolognese doc, è «straziante vedere questo territorio distrutto e così tante persone disperate».

Ma contro chi bisogna puntare il dito? Due cause principali: la scarsa manutenzione degli alvei dei fiumi e la mancanza di un piano di controllo e di contenimento dell'aumento della popolazione delle nutrie. Gli animalisti faranno un balzo, ma per Lisei «sono la concausa della devastazione». E spiega il perché. «Questi animali fanno le tane nell'argine dei fiumi.
Scavano dei tunnel che provocano delle aperture nel terreno rendendolo molto fragile».

Che fare per non provocare una sollevazione degli animalisti? «La nutria fa il suo lavoro, scava spiega la colpa è dell'uomo che le lascia lì a fare danni. Quindi bisogna fare un contenimento. Le nutrie vanno spostate e le tane si devono chiudere. Non possono morire delle persone perché questi animali devono vivere negli argini».

Il senatore è consapevole degli strali che si tirerà addosso. Ma sfida «l'ecologismo d'assalto». E accusa «l'ambientalismo ideologico che vorrebbe vedere la natura prevalere sull'uomo».

In effetti, uno studio dell'università di Modena, parla di «argini groviera» perché nutrie, tassi e istrici intaccano notevolmente la tenuta dell'argine dei fiumi. La vita di quest'opera idraulica, che in condizioni normali regge cent'anni, cala drasticamente a 10 anni quando gli animali scavano le tane. La prova è in uno studio fatto sul fiume Secchia, nel 2014 quando venne scoperto il ruolo determinante giocato dagli animali per la rotture dei suoi argini che provocò un'alluvione.

Il risultato del disinteresse per la cura del territorio è l'alluvione della Romagna martoriata prima dalle piogge e ora minacciata dalle frane, pericolose e molto insidiose.

Fonte: https://www.ilgiornale.it


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